Da quando il vostro bambino è nato, lo avete accolto nel lettone per fargli sentire il calore umano e per ragioni di ordine pratico, legate alle poppate notturne. Appena il bimbo si sveglia reclamando il latte, il sonno di tutta la famiglia è interrotto, e quindi risulta più agevole offrirgli il seno quando è adagiato accanto alla mamma.
I benefici del cosleeping, ossia la condivisione del letto del neonato con mamma e papà, riguardano soprattutto il rinsaldarsi della fiducia del bimbo nei confronti dei propri genitori, soprattutto mediante sguardi, odori e tenere coccole.

All’incirca quando il piccolo raggiunge il primo anno di età, arriva il momento di iniziarlo a un primo accenno di autonomia, che si concretizza nel dormire da solo nel suo letto.
I consigli su come spostare il neonato dal lettone alla culla si focalizzano sulla centralità di eseguire un passo alla volta, affrontando il cambiamento con costanza e fermezza, ma anche con delicatezza; capiremo anche il perché in moltissimi casi si suggerisce di utilizzare un lettino basso Montessori.

É molto importante, infatti, che il piccolo sperimenti la sua prima separazione fisica con la mamma, iniziando a dormire nella culla o nel lettino; ciò si traduce non in un distacco emotivo, perché il bambino imparerà a gestire piano piano il proprio spazio, ma accompagnato dalla percezione che i suoi genitori sono sempre con lui, anche se in un’altra stanza o nel letto a fianco, se le dimensioni della casa non consentono di allestire una cameretta per il bebè.

Come addormentare il neonato nel lettino o nella culla.

Sapere come addormentare il proprio bimbo nel suo lettino o nella culla è fondamentale; a volte, infatti, può succedere che il piccolino sia avvinto dal sonno mentre è in braccio e lo allattate: in queste eventualità, adagiarlo nel lettino è un gesto piuttosto semplice.
Molto spesso, tuttavia, per il riposino pomeridiano o anche quello lungo della nottata, dovrete far addormentare il vostro bimbo nel suo letto, mentre è ancora sveglio.

Dopo la poppata e il bagnetto della sera, adagiate il piccolo/a nella culla o nel lettino, in cui avrete disposto delle lenzuola morbidissime, allegre e rilassanti. State vicino al vostro cucciolo mentre cerca di addormentarsi, tenetegli la manina e parlategli lentamente, cantate o raccontate storie, sempre con la voce piuttosto bassa e un tono tranquillo.
Potete disporre nel giaciglio un pupazzetto o un fazzoletto con il profumo della mamma, che è così familiare al bambino e gli fa percepire che si trova in un posto sicuro e circondato dai suoi affetti.

Quando lo adagiate nel lettino o nella culla, cercate di mantenere la calma se inizia a piangere o si dimena. Al contrario, pensate a tranquillizzarlo nel modo che vi è più congeniale: parlandogli dolcemente, cantando e carezzandolo. Il suono cadenzato e continuo e il rilassamento del corpo dovuto al contatto fisico con la mano di mamma o papà porteranno il bambino ad addormentarsi. Le tempistiche variano da neonato a neonato, ed è un dato di fatto che molti genitori devono disporre di molta pazienza, anche perché vi sono oggettivamente bambini che si addormentano con maggiore facilità rispetto ad altri. D’altra parte, anche da adulte le persone mantengono una sostanziale diversità nei confronti dell’addormentamento e del sonno in generale.
L’importante è dedicare la propria completa attenzione a questi fondamentali momenti, creando nella stanza, sia la cameretta o quella matrimoniale, un’atmosfera ricca di tepore e relax, che andrà a conciliare tranquillità e sonno.

Se il bimbo non si addormenta subito non preoccupatevi e cercate di avere pazienza: capita molto spesso che, quando meno ve lo aspettate, lo sentiate quasi russare.
Preparatevi a svegliarvi più volte durante la notte, perché il sonno del bambino, almeno i primi tempi, potrebbe essere interrotto, per la fame o per l’improvvisa percezione dell’assenza del corpo della mamma vicino a lui. Per quanto stanchi e assonnati, cercate di tranquillizzarlo con dolcezza, per farlo addormentare di nuovo, sempre nel suo lettino o nella culla.

Come togliere il bambino dal lettone: i fondamentali.

Molti genitori avvertono il passaggio del proprio bimbo dal lettone alla culla o al lettino come un ostacolo quasi insormontabile, anche perché può capitare di ascoltare le esperienze degli altri genitori, che raccontano della strenua resistenza opposta dal piccolo alla separazione notturna.

Il primo passo da compiere è quello di capire perché i bambini vogliono dormire nel lettone: si tratta di un’abitudine che li calma e li tranquillizza, perché sentono il calore della pelle della mamma e il suo profumo. Inoltre, addormentandosi prendendo il latte dal seno, la continuità con il sonno è ancora più marcata: chi vorrebbe abbandonare una tale abitudine?

Per evitare che il distacco sia traumatico, è necessario procedere con un cambiamento alla volta; se, infatti, per diversi motivi, si è deciso di passare dall’allattamento al seno al biberon, non bisogna sovrapporre questo passaggio a quello verso il lettino, per una serie di motivi.
Prima di tutto i neonati, e i bimbi in generale, tendono a essere molto abitudinari: cambiarne due nello stesso momento determinerebbe ansia e sconforto nel piccolino, con risultati spesso insoddisfacenti e senso di frustrazione.
Se è giunto il momento di passare al biberon, la mamma o il papà potrebbero approfittare di questo rituale serale per creare una piacevole consuetudine prima di dormire, dedicando la loro attenzione unicamente al bambino. Sia pediatri che pedagogisti sono infatti concordi nell’affermare che, durante l’allattamento, sia al seno che al biberon, i genitori siano presenti al 100% insieme al neonato.

Via, quindi, cellulari, tablet o altri dispositivi: un conto è il papà che, ogni tanto, scatta qualche foto durante la poppata, un altro e tenere il bambino in braccio con lo smartphone nell’altra mano.
Partendo da una buona base di nuove abitudini, che con il rafforzamento dei legami genitori/bimbi sostituiscono quelle precedenti, è possibile creare i presupposti per abituare un neonato a dormire nel proprio lettino, o nella culla.
Ragionando come un bambino molto piccolo, dovrà avvertire che i cambiamenti possono essere dolorosi all’inizio, ma portano con sé elementi nuovi e piacevolmente diversi.

Il bimbo dovrà avvertire un vantaggio, a livello immediato e primordiale, legato al cambiamento; è come se dicesse inconsciamente a se stesso:

 

“Va bene, mamma e papà dormono in un’altra stanza (o in un altro letto), ma ora, prima di addormentarmi, mi cantano canzoncine bellissime e posso vedere i pupazzetti delle giostrine che si muovono. Mi vogliono un gran bene e stanno bene con me!

 

Ovviamente, il bambino è troppo piccolo per avere un pensiero conscio, ma è fondamentale fargli avvertire un legame emotivo con chi lo ama, anche se non dorme così vicino a lui come prima.

Come insegnare ai bambini a dormire da soli.

Insegnare ai bambini a dormire da soli non è un compito facile, per la maggior parte dei genitori. É necessario tenere conto del proprio carattere e dell’indole del bambino, nonché dell’unità di intenti tra mamma e papà: entrambi devono essere concordi sul grande passo da compiere, e procedere fino in fondo.

Infatti, anche se i neonati non sanno parlare, avvertono le emozioni e gli stati d’animo di chi sta intorno: ecco perché è indispensabile armarsi di pazienza e procedere senza paure e indecisioni, perché i bambini lo sentono, e si comportano di conseguenza.

come far addormentare un neonato

Se decidete che è arrivato il momento di far dormire il piccolino nel suo lettino, non prendetelo in braccio al primo pianto, per riportarlo nel lettone, e soprattutto testate le sue reazioni: se è vero che alcuni meccanismi di azione-reazione riguardano gli esseri umani in generale, ognuno di noi ha il suo carattere e non reagisce allo stesso modo a uno o più stimoli o situazioni.

Come abituare il bambino a dormire nella sua cameretta.

In base alla disposizione della vostra casa, il bambino potrebbe avere una stanza tutta per sé, condividerla con uno o due fratelli più grandi, oppure dormire nel lettino, posizionato nella camera matrimoniale dei suoi genitori.
Il salto più grande, dal punto di vista emotivo, è rappresentato dal passaggio dal letto matrimoniale al lettino nella cameretta. Anche in questo caso, abituare il piccolino a dormire stabilmente nella sua cameretta non è semplice, ma seguendo qualche consiglio utile sarà possibile uscirne quasi indenni.

Prima di tutto, è raccomandabile gestire la situazione con tranquillità e sicurezza: il livello di stanchezza è spesso elevato, le notti insonni si susseguono e, a volte, la lucidità scarseggia. Se è possibile, cercate di recuperare un po’ di energie nei giorni precedenti, dormendo in un’altra stanza o sul divano: sarete meno in debito di sonno e più concentrati.
Quando il bambino inizia a manifestare la propria stanchezza, stropicciandosi gli occhi, significa che ha bisogno di dormire. Anche in questo caso, a seguito della poppata, una buona dose di canzoncine, storie e coccole, adagiatelo nel lettino, dopo aver predisposto un ambiente con la giusta temperatura e allestito la cameretta con cura.

Sia voi che il bimbo dovrete essere molto comodi e rilassati: potete cantare, azionare le giostrine sopra il lettino e parlare con il vostro bambino; lasciatevi trasportare dalla fantasia, anche se siete molto stanchi, e imparate a superare gli scogli legati ai momenti più difficili, quando vi sembra di non riuscire a farcela.
Sera dopo sera, ripetendo gli stessi gesti e trasmettendo al bambino una sensazione di benessere e tranquillità, il sonno nella cameretta diventerà una piacevole consuetudine; l’importante è che, se il pargoletto piange, accorriate prontamente nella cameretta.

Il problema di comprendere i motivi del pianto del vostro bambino è una questione molto complessa, che deve essere trattata separatamente; in questo caso, il concetto di base è quello che il bambino non si deve sentire abbandonato, perché sa che, se ha bisogno, la mamma o il papà arriveranno subito.

Il bambino non vuole più dormire nella sua cameretta: capire il perché accade.

Una volta che il piccolino comincia a dormire placidamente nel suo letto, potrebbe accadere che, dopo un po’ di tempo, cominci a svegliarsi durante la notte, a volte piangendo, perché non vuole più riposare nel suo letto.
In alcuni casi può capitare che il bambino, che nei primi tempi era abituato a dormire nel suo lettino, improvvisamente manifesti insofferenza e non accetti più questa condizione: piange, si dimena, non si calma a seguito dei ripetuti tentativi di tranquillizzarlo, da parte di mamma e papà.

La riluttanza del piccolino a dormire in un luogo che, ormai, gli è familiare, può scaturire da insicurezze o paure nei confronti di situazioni nuove o dinamiche in fase di cambiamento, è il caso di:

  • tensioni in famiglia;
  • screzi tra i genitori; 
  • problemi lavorativi e le responsabilità familiari.

insegnare a dormire nel lettino

In tutte le eventualità, comprendere la ragione che spinge il bambino a rifiutarsi di dormire nel suo lettino è fondamentale: solo così, infatti, si potrà procedere con una soluzione.
A volte, il problema può essere legato non solo a uno stato emotivo, che spinge il bimbo a richiamare l’attenzione boicottando il suo bellissimo lettino. Potrebbe essere proprio quest’ultimo la causa delle sue “rimostranze”.

La maggior parte dei lettini per bambini piccoli è strutturata con due sponde laterali, che si alzano e abbassano in una o più posizioni, a seconda dello stadio di crescita del neonato, e in ogni caso per impedirgli di scavalcare od oltrepassare questa barriera da solo.
Questa condizione fa sì che il piccolo, che si sveglia durante la notte e non può raggiungere i genitori, sia ancora più frustrato e contrariato.
Per questo motivo, molti genitori hanno scelto il letto Montessori come giaciglio per il loro bambino, ritenendolo più adatto a stimolare quella tranquillità di cui ha bisogno per affrontare un sonno sereno e continuativo.

Si tratta di una struttura generalmente in legno, alcuni di questi, visti dall’esterno, riproducono la forma di una casetta, con assi in legno che si incontrano per formare il tetto sopra il materasso. Quest’ultimo, di spessore modesto e posizionato a un’altezza tale che il bambino possa salirvi e scendere con facilità; in virtù della sua vicinanza al suolo, non è necessario applicare sbarre o protezioni perché, qualora il bimbo dovesse rotolare sul pavimento, la distanza è di pochi centimetri, e non potrebbe farsi male. Per scongiurare qualsiasi pericolo, comunque, è possibile adagiare sul pavimento una copertina in cotone morbido, per attutire qualsiasi contatto del morbido corpicino del bimbo con il suolo.

 

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